Partner italiano del progetto Lingue d'Europa e del Mediterraneo (LEM), l'associazione LEM-Italia coordina una rete di specialisti qualificati per elaborare mini-siti dinamici su ciascuna lingua d'Italia (nazionale, regionale, locale, minoritaria ecc.).
http://portal-lem.com/map-les_langues_d_italie.html
Cercando di coniugare rigore scientifico, chiarezza espositiva e gradevolezza estetica, particolare attenzione è riservata alle lingue minoritarie di antico insediamento.
La scelta di lavorare su una data realtà linguistica e culturale per descriverla e promuoverla non deriva da un piano preordinato, bensì da concorsi d'interesse emergenti via via tra il direttivo dell'Associazione e i vari attori locali: istituzioni, associazioni, unità decentrate di ricerca, mondo imprenditoriale e della formazione.
In questo senso, l'azione di studio e di valorizzazione portata avanti dall'Associazione LEM-Italia è azione sul campo di promozione sociale e di sviluppo locale.
Un risultato esemplare di questo metodo di lavoro è la pagina sulla lingua arbëresh di Villa Badessa (Pescara).
L'Arbëresh di Villa Badessa
Villa Badessa è una frazione di circa 200 abitanti situata nel comune di Rosciano, a 22 km dal capoluogo di provincia, Pescara.
Questo villaggio si sviluppa lungo una bassa cresta a metà strada tra il litorale adriatico e i due maestosi massicci della Majella (2793 m.) e del Gran Sasso (2914 m.) ed è circondato da querce, ulivi e vigneti.
Villa Badessa rappresenta uno dei numerosi insediamenti storici di origine albanese nel centro-sud Italia, verosimilmente il più recente (1743) e settentrionale. Da diversi anni è considerata come un'autentica "oasi orientale" d'Abruzzo, a causa della persistenza di significativi tratti della cultura d'origine: il mantenimento del rito cattolico bizantino e di tutte le tradizioni a esso collegate; il patrimonio artistico relativo a questa tradizione religiosa; infine, alcune vestigia architettoniche, urbanistiche e qualche labile sopravvivenza linguistica.
Origine di Villa Badessa
Alcuni anni fa l'origine del villaggio era ancora parzialmente sconosciuta, e lasciava anche spazio a narrazioni leggendarie. Ricerche non più recenti condotte dallo scomparso papàs di Villa Badessa, Lino Bellizzi, ci consentono di fissare con precisione la data di arrivo a Villa Badessa (1743) delle 18 famiglie albanesi, partite dal villaggio costiero di Piqeras (provincia di Himarë, nell'Albania meridionale ai confini con la Grecia), in conflitto con il vicino villaggio di Borsh, di religione musulmana.
Sbarcate a Brindisi, queste famiglie furono generosamente accolte nel Regno di Napoli. Il re Carlo III di Borbone offrì loro alcune terre a Bacucco (l'attuale Arsita, non lontana da Teramo) e poi alcuni possedimenti ereditati da sua madre Elisabetta Farnese, situati vicino a Pianella ("contrada abbadessa", da cui il nome del villaggio fondato dagli albanesi).
Presenza della cultura arbëresh a Villa Badessa
Malgrado la distanza che separa i due centri (circa 600 km), Villa Badessa è una delle parrocchie dell'eparchia cattolica greca di Lungro (Cosenza). L'eparchia è una comunità territoriale e di fedeli guidati da un eparca o vescovo che celebra le funzioni religiose secondo il rito cattolico bizantino codificato nel Tipicòn di Costantinopoli. Questo rito ha accolto alcuni elementi innovatori del Concilio Vaticano II. L'istituzione di questa Parrocchia nel 1744 costituì il primo atto pubblico della comunità badessana.
Ancora oggi la chiesa di Villa Badessa rappresenta il cuore del paese, sia dal punto di vista urbanistico sia dal punto di vista culturale. Essa è posta all'estremità orientale della strada che attraversa il centro storico del villaggio.
Le case dei primi coloni, molto semplici e di cui oggi rimangono una dozzina di esemplari, in parte restaurate in parte dirute, sono state costruite perpendicolarmente a questa via principale e hanno l'ingresso posto lateralmente: si tratta con probabilità di una tipologia urbanistica legata alla cultura d'origine - come del resto un recente viaggio da noi compiuto a Piqeras e dintorni ci ha permesso di verificare. Sulla piazzetta antistante la chiesa, un monumento celebra l'eroe nazionale albanese Giorgio Kastriota Skanderbeg (1405-1468). In una di queste casette tradizionali, restaurata, è stato creato un piccolo museo etnografico che narra la storia della migrazione degli albanesi di Villa Badessa evidenziando i tratti della cultura arbëresh.
Ma è all'interno della chiesa di Santa Maria Assunta che scopriamo il vero tesoro di Villa Badessa, a un tempo materiale e immateriale. Si tratta di una notevole collezione di icone dipinte tra il XV e il XVII secolo. D'altra parte, il rito cattolico bizantino, che si è perso in diverse colonie albanesi d'Italia, si è qui mantenuto. La liturgia si svolge quasi interamente in greco e i canti religiosi sono oggetto di attenti studi antropologici.
Tracce della lingua
La lingua arbëresh di Villa Badessa è una variante del gruppo tosco, parlato nel sud dell'Albania (regione dell'Epiro, provincia di Himarë). Sono rari gli esempi di lingua scritta: tra questi, alleghiamo la traduzione di un passaggio di una novella di Boccaccio realizzata da Antonio Vlasi intorno al 1873. La visibilità della lingua è quasi nulla, se si eccettuano alcune insegne e alcuni testi per accompagnare la liturgia, redatti comunque in albanese standard.
Malgrado la sua lunga sopravvivenza (diversamente da altri isolotti etnolinguistici arbëresh, presto assorbiti dalla cultura circostante) oggi questa lingua è sostanzialmente estinta. Un recente progetto (2010) dell'Università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti-Pescara ha consentito l'elaborazione di un piccolo database per salvare le sopravvivenze linguistico-culturali arbëresh, attraverso interviste a una decina di testimoni privilegiati, ultimi detentori di una competenza linguistica estremamente sfilacciata.
Possiamo collocare nell'ultimo quarto del Novecento la scomparsa della lingua dall'interazione sociale. In un articolo del 1983, Orlando Veggetti evidenziava come non rimanessero più che tre locutori, persone molto anziane e nell'impossibilità di comunicare tra loro.
Nuove prospettive?
Malgrado il prosciugamento della lingua, l'identità simbolica di Villa Badessa non è affatto spenta. L'Associazione culturale Villa Badessa, che oggi compie vent'anni di attività, è molto viva e il Comune di Rosciano sostiene le sue azioni. Negli anni passati sono stati condotti alcuni progetti incentrati sull'insegnamento a scuola della lingua e della cultura arbëresh o ancora sul recupero delle sopravvivenze lessicali e della cultura materiale locale. Queste azioni sono sempre state inscritte in un contesto plurilingue che ha incluso non solo la lingua di Stato ma anche una o più lingue veicolari europee e il dialetto abruzzese circostante, lingua di prossimità.
Nel maggio 2010, grazie alla collaborazione tra l'Associazione LEM-Italia, il Comune di Rosciano e l'Associazione culturale Villa Badessa, si è svolto tra Rosciano e Villa Badessa il 2° Festival delle letterature minoritarie d'Europa e del Mediterraneo, incentrato sul tema "Arte del viaggio, arte dell'incontro". Questo importante evento internazionale, sul quale la società LogicFilm sta producendo un docu-film, ha aperto numerose prospettive e creato nuove reti di relazione. Tra le novità, quella più interessante è il ristabilimento del legame con il villaggio di origine, Piqeras, grazie a un viaggio dei rappresentanti delle due Associazioni nell'ottobre 2010. Questo ponte tra le due sponde dell'Adriatico dovrebbe portare alla stipula di un gemellaggio tra i Comuni di Rosciano e Lukovë entro il 2011.
© Giancarlo Ranalli
D'altra parte, mentre la lingua arbëresh si polverizzava nell'uso sociale, la sfera politica ha progressivamente riconosciuto l'identità culturale di Villa Badessa. Nel 2001 la Provincia di Pescara ha riconosciuto (delibera n. 71 del 9 aprile) questo territorio come suscettibile di ricevere i finanziamenti previsti dalla legge nazionale di protezione e promozione delle minoranze nazionali (L. 482/99). Da alcuni anni è in sospeso un Progetto di legge regionale (430/03) riguardante esclusivamente l'isolotto etnolinguistico di Villa Badessa. L'Associazione LEM-Italia, di concerto con il Comune di Rosciano e l'Associazione culturale Villa Badessa, hanno formulato alcuni emendamenti a questo testo, rendendolo un progetto-pilota, all'avanguardia in Italia per l'attenzione rivolta alle problematiche dell'integrazione sociale delle nuove minoranze, alla costruzione di reti tra isole linguistiche arbëresh e alla produzione culturale contemporanea.
L'"oasi orientale" di Villa Badessa potrebbe in futuro svolgere la funzione inedita di avamposto dell'integrazione e del dialogo interculturale tra le due rive dell'Adriatico.
Commenti
Gentile Sig. Acquarone, grazie del suo interesse. Come ogni cartina linguistica, anche quella del portale LEM, che qui riportiamo, non può sfuggire a una qualche semplificazione , sarebbe ingenuo pensare il contrario. Per il resto, il nostro lavoro approfondisce molti temi e non si struttura secondo un piano preordinato, che è giocoforza prigioniero di una qualche ideologia di linguistica. La invitiamo a seguire le nostre azioni in favore della diversità linguistica e a inviarci materiali interessanti e contributi costruttivi per quest'obiettivo comune.
RSS feed dei commenti di questo post.